GRAVIDANZA, DETOSSIFICAZIONE E IPERTENSIONE: L’IMPORTANZA DEI FOLATI NELLA DIETA

GRAVIDANZA, DETOSSIFICAZIONE E IPERTENSIONE: L’IMPORTANZA DEI FOLATI NELLA DIETA

L’acido folico, conosciuto anche come vitamina B9, è una vitamina idrosolubile che si trova in particolare nelle verdure a foglia verde. L’organismo non è in grado di sintetizzarla, quindi la provenienza è necessariamente esogena tramite l’assunzione di cibo. Negli alimenti si trova sottoforma di folati, ovvero la forma biologicamente non attiva, la quale viene convertita in acido diidrofolico nel fegato e successivamente in acido tetraidrofolico per poi essere utilizzata dall’organismo.

L’acido folico è fondamentale per la metilazione del DNA ed è particolarmente importante in gravidanza e durante la crescita poiché utile alla duplicazione cellulare ed alla prevenzione di numerose malformazioni del feto come la spina bifida. Carenze di acido folico possono inoltre causare anemia macrocitica, spossatezza, stati di confusione, perdita di memoria e depressione.

L’acido folico è anche coinvolto nel metabolismo dell’omocisteina, amminoacido la cui elevata presenza nel sangue è associata a maggiore rischio cardiovascolare. Una normale attività dell’enzima contribuisce a mantenere costanti i livelli di folati e di metionina circolanti, a prevenire l’accumulo di folati nella forma non metilata e a impedire l’aumento dei livelli di omocisteina. Per questo motivo l’acido folico ha riconosciute proprietà detossificanti ed anti tumorali.

Sono state identificate due varianti polimorfiche a livello del gene MTHFR: la variante C677T (detta anche rs1801133) e la variante A1298C (detta anche rs1801131), la cui frequenza allelica in Europa è relativamente elevata (la frequenza della condizione di eterozigosi è pari al 40-45%, quella della condizione di omozigosi pari al 10-13%). Il gene MTHFR codifica normalmente per un importante enzima del tipo ossidoreduttasi coinvolto nel metabolismo dei folati: la metilene-tetraidrofolato reduttasi. I polimorfismi alterano l’enzima che mostra quindi attività enzimatica ridotta (fino a -70%) con conseguenti anomalie in molte reazioni chimiche in cui è coinvolto. L’alterata attività enzimatica causa poi l’insorgere di stati patologici come malattie cardiovascolari (trombofilia, iper-omociteinemia) o anche malattie oncologiche, oltre a disfunzioni nello sviluppo embrionale nel caso di gravidanze in corso.

Una dieta particolarmente ricca di folati può essere talvolta in grado di compensare gli effetti negativi legati a queste varianti genetiche e può contribuire a ridurre l’incidenza di malformazioni congenite nel caso di gravidanze. Alimenti ricchi di acido folico sono le verdure a foglia verde (come cicoria, spinaci, lattuga, broccoli, asparagi, cavolini di Bruxelles), agrumi (come arance e limoni), frutta (come fragole, kiwi e frutta secca come arachidi) o legumi (come ceci e fagioli), il latte e le frattaglie di animali, in particolare fegato.

Inoltre parrebbe che l’uso combinato di un farmaco antipertensivo, l’Enalapril, e l’assunzione di acido folico riduca significativamente il rischio di ictus, rispetto all’uso del solo farmaco antipertensivo. Questa è la conclusione a cui sono giunti i ricercatori dopo aver esaminato 20702 adulti cinesi ipertesi di età compresa tra 45-75 anni, senza storia di ictus o di infarto.

L’ipertensione, come tutte le condizioni che predispongono ad una qualche alterazione delle pareti arteriose, rappresenta un ben noto fattore di rischio per l’ictus, per l’infarto del miocardio e per l’insufficienza cardiaca.
In Cina, l’ictus è la principale causa di morte. Non a caso è una delle poche nazioni che effettua una prevenzione primaria (prevenzione che mira a evitare o ridurre l’insorgenza di una patologia o un evento sfavorevole) per ridurne i rischi.

In questo studio i 20702 pazienti ipertesi sono stati divisi in 2 gruppi in maniera casuale: il primo ha seguito una terapia giornaliera con un’unica pillola a base di 10 mg di Enalapril e 0.8 mg di acido folico. Il secondo gruppo è stato trattato solo con una compressa di Enalapril.

Prima di iniziare il trattamento i ricercatori hanno misurato i livelli di folati nel sangue e hanno esaminato il genotipo dei partecipanti per quanto riguarda il polimorfismo C667T del gene MTHFR (CC, CT o TT), in quanto la proteina da esso codificata è coinvolta nel metabolismo dell’acido folico ed è fondamentale nella sintesi della cisteina.

Terminato lo studio, dopo quasi 5 anni, sono stati analizzati i risultati: si è ridotto il tasso di incidenza annuale di ictus. In particolare solo il 2,7 % dei partecipanti del primo gruppo (trattato con acido folico e Enalapril) hanno subito un ictus contro il 3,4% del secondo gruppo trattato con il solo Enalapril. Ciò dimostrerebbe una riduzione del rischio assoluto pari a 0,7%.

Ulteriori analisi, su altri parametri di rischio cardiovascolare, hanno confermato una riduzione significativa, tra i partecipanti del gruppo trattato con acido folico-Enalapril, sia del rischio ischemico: 2,2 % contro  2,8% del secondo gruppo sia di eventi cardiovascolari compositi (morte cardiovascolare ed infarto): 3,1% contro  3,9% del gruppo solo Enalapril.

Emerge, quindi, una sostanziale riduzione del rischio cardiovascolare nei pazienti trattati con le terapia combinata acido folico-Enalapril, rispetto agli individui trattati con il solo antipertensivo.

Dall’analisi del polimorfismo C677T del gene MTHFR si è visto che:

  • I genotipi CC (omozigote normale) e CT (eterozigote) presentano una relazione inversa tra livello basale di folati e rischio di ictus
  • Il genotipo TT (variante omozigote) presenta un elevato rischio di ictus indipendentemente dal livello basale di folati

Nel dettaglio: la variante sfavorevole del gene, rappresentata dal genotipo TT, compromette l’attività dell’enzima MTHFR, influenzando, in condizioni di carenza alimentare di acido folico, sia la presenza massiccia dell’omocisteina nel sangue (che di per sé rappresenta un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari e per l’ictus), sia una riduzione degli stessi folati nel plasma. Quindi gli individui con il genotipo TT sono a più alto rischio di ictus e presentano un più basso valore di livelli di folati nel sangue.

Proprio i dati sui genotipi MTHFR e sui livelli di folati raccolti per ogni individuo, hanno dimostrato che la terapia funziona maggiormente in pazienti che presentano bassi livelli basali di folato nel sangue (<5,6 ng / mL). Ciò vuol dire che i partecipanti allo studio che portavano la variante polimorfica TT avevano maggiori benefici dal trattamento integrato Enalapril-acido folico.

Quindi per stabilire a priori l’efficacia della terapia combinata acido folico-Enalapril nella prevenzione primaria dell’ictus si deve tener conto dei livelli di folati basali e del polimorfismo C677T del gene MTHFR. In questo modo sarebbe possibile utilizzare il trattamento integrato in oggetto come un “farmaco su misura” per chi è portatore della variante sfavorevole TT del gene MTHFR o comunque per chi presenta bassi livelli di folati nel sangue.

Per gli individui portatori della variante TT potrebbe, a questo proposito, essere utile una supplementazione di acido folico per superare i livelli biologicamente insufficienti.

Si potrebbe quindi consigliare, dal punto di vista alimentare, di preferire: verdura (soprattutto a foglia verde), legumi, frumento integrale, frutta.

Tuttavia, per molte popolazioni, il raggiungimento di adeguati livelli dalla sola dieta è spesso difficile (a causa del costo e della disponibilità) e potrebbe essere utile un programma di fortificazione, che consiste nell’aggiunta di acido folico a diversi alimenti al fine di migliorarne la qualità nutrizionale e permettere, in questo modo, di raggiungere comunque adeguati livelli di acido folico.

Ad esempio negli Stati Uniti, la fortificazione con folati dei prodotti del grano (messa in atto per ridurre l’incidenza di difetti del tubo neurale nel feto), ha già ridotto notevolmente la proporzione di individui con livelli di folato molto bassi. Con questo studio si potrebbe quindi cercare di ridurre ulteriormente l’incidenza di ictus con una terapia più mirata e personalizzata, con acido folico, in particolare tra gli individui con genotipo TT e bassi o moderati livelli di folati.

È doveroso sottolineare, però, che i benefici legati al trattamento integrato acido folico-Enalapril si sono manifestati comunque anche negli individui che presentavano livelli superiori di folati nel sangue.

I folati sono dunque indispensabili all’organismo per numerose funzioni; è importante assumerne in abbondanza con la dieta, prediligendo alimenti crudi o cotti al vapore poiché la cottura tende a degradare questa vitamina. Particolare attenzione ai livelli di folati va prestata in caso di varianti genetiche sfavorevoli, poiché il loro metabolismo viene notevolmente ridotto con potenziali conseguenze per la salute anche gravi.



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